Contabile d'altri tempi. Nicola ha iniziato la carriera a cercar di far quadrare conti e bilanci. Un giorno ha capito che per lui era più divertente far quadrare le battute e gli applausi del pubblico. Così ha appeso la calcolatrice al chiodo e, tra una battuta su importi e tasse, ha conquistato i teatri locali.
Nicola è papà orgoglioso di tre figlie vivaci, che lo chiamano “papà-fattura” quando si mette a fare battute contabili. La sua casa di proprietà è diventata il backstage più sicuro durante le prove–tra le pareti ha affinato ogni sketch e testato battute fino a far ridere, o almeno far alzare un sopracciglio alle ragazze.
Poi arriva, quel fenomeno del Fabio e gli vende un teatro. Quindi si dà al teatro all'alba dei 60 anni.
Con i capelli che sfumano tra l’argento e il ricordo della giovinezza, Nicola crede fermamente di poter far ridere ancora più forte di prima. Ogni sera sale sul palco con l’entusiasmo di un ventenne, ma arricchito dalla saggezza di chi sa che la vera forza di una battuta sta nel condividere un pezzo di vita.
Come disse Fra Pacioli (*) "La vita è un bilancio: se metti troppe spese di preoccupazioni, perdi l’interesse sulle piccole gioie; ma se investi un sorriso ogni giorno, l’interesse composto supera ogni debito di tristezza"
(*) Fra Pacioli, frate francescano toscano del XV secolo, codificò per primo il sistema della partita doppia nel suo trattato Summa de arithmetica et geometria, introducendo i concetti di Dare e Avere. Con questo metodo, ancora oggi alla base di ogni bilancio aziendale, pose le fondamenta della contabilità moderna
Mi chiamo Fabio Passoni e, per chi ancora non mi conoscesse, sono quello alto che si aggira tra le quinte con l’aria sognante, lo sguardo perso tra le luci del palco e le battute che rimbalzano nell’aria. Ma il vero talento, diciamolo subito e senza troppi giri di parole, è Nicola: quello bravo, quello che sa sempre dove mettere la battuta giusta, che entra in scena come se ci fosse nato, e che riesce a far ridere anche quando non dice nulla. Un fenomeno, insomma.
La mia avventura nel mondo del teatro è iniziata nel lontano 2010, quando ho deciso di salire su un palco per la prima volta. E che debutto! Grazie alla regia magistrale di Fiammetta Scharf, ho avuto l’onore di interpretare Le Bret in Cyrano de Bergerac. Un’esperienza travolgente, piena di emozioni, adrenalina e applausi che mi hanno fatto capire una cosa fondamentale: da quel momento in poi, il teatro sarebbe diventato parte di me.
Da allora non mi sono più fermato. Ho calcato diversi palcoscenici, piccoli e grandi, con scenografie improvvisate o curate nei minimi dettagli, sempre con il cuore pieno di entusiasmo e con la voglia di far sorridere, riflettere e magari anche commuovere. Mi sono specializzato nelle commedie, dove il ritmo incalzante e le risate del pubblico sono la miglior ricompensa. E sì, c’è stata anche una piccola incursione nel mondo del cabaret, dove ho potuto sperimentare un po’ di sana follia, improvvisazione e quel meraviglioso senso di libertà che solo il palco sa dare.
Nel 2025, insieme al mio inseparabile compagno di palco Nicola, sempre quello bravo, ma anche quello che si dimentica le battute e poi mi guarda come se fossi Google, abbiamo deciso di fondare questa associazione teatrale. Un sogno condiviso, nato tra una prova e una pizza fredda, con l’obiettivo di portare sul palco storie, risate e magari anche qualche riflessione sulla quotidianità del mondo(ma non troppe, che poi la gente si preoccupa). Insomma un luogo dove le idee prendono forma, dove il talento si coltiva, dove le emozioni si intrecciano e dove il pubblico trova sempre una buona ragione per tornare.
Ogni sipario che si apre è una promessa. Ogni spettacolo è un viaggio. Ogni risata, ogni lacrima, ogni silenzio condiviso con il pubblico è un frammento di magia che ci ricorda perché lo facciamo. Il teatro è il nostro rifugio, il nostro campo di battaglia, la nostra casa.
Come diceva Federico García Lorca:
"Il teatro è poesia che si alza dal libro e si fa umana."
E noi, quella poesia, vogliamo viverla ogni giorno. E regalarla, scena dopo scena, a chiunque abbia voglia di lasciarsi incantare